La chiamata – e la risposta affermativa o negativa che diamo a essa – è una parte fondamentale all’interno della narrazione e della storia stessa. È un passaggio chiave con cui l’eroe è chiamato a confrontarsi, ma il suo valore non si esaurisce in quell’aspetto. Al contrario nei progetti, nella comunicazione e più in generale nell delle persone è un atto trasformativo capace di cambiare il corso degli eventi. Scopriamo insieme come lo storytelling può aiutarci nella comunicazione e non solo.
Di storytelling se ne è parlato e se ne continua a parlare in moltissime occasioni. A livello di comunicazione aziendale è uno strumento potente e affascinante che racchiude in sé il magnetismo e il potere alchemico delle storie. Queste ultime – grazie alla presenza di archetipi, evoluzioni e immaginari comuni – diventano preziose chiavi della mente e del cuore umano.
Oggi però vorrei che ti soffermassi insieme a me su un insegnamento o se vogliamo su un caso concreto che possiamo rintracciare all’interno delle nostre vite partendo dai racconti. Sto parlando della chiamata all’azione: quell’invito a mettersi in moto, ad agire, a partire per il viaggio che è presente in ogni storia reale o fittizia che sia. Quello che colpisce – se guardiamo al di sotto della superficie immobile della realtà – è la corrente trasformativa che lega questo evento al presente, ma anche al futuro e se vuoi al destino della persona chiamata.
Ancora prima della risposta, e forse anche in maniera più pervasiva, la semplice comparsa della chiamata annuncia un fatto che non può essere ignorato. Niente sarà più come prima, in un senso o nell’altro. Ai fini della storia e del quadro completo non importa, infatti, se la persona sceglie di accettare o rifiutare il messaggio. La trasformazione è già in atto e la persona insieme al lettore/spettatore sa che questa azione scaverà a fondo nella sua psiche e nel suo cuore.
Accogliere l’invito: agire, comunicare, trasformare.
Nella storia come nella vita se poi, in qualità di protagonisti, scegliamo di rispondere affermativamente alla chiamata allora ci assumiamo una responsabilità nuova: quella di agire e, agendo, di diventare gli artefici del nostro percorso e di trasformare al contempo la realtà . Non esistono scuse o stasi a quel punto. La ruota inizia a girare, il racconto entra nel vivo e noi dobbiamo agire. L’invito ci porta fuori dalla nostra comfort zone, ad affrontare le sfide del viaggio. Ci spinge a confrontarci con le nostre paure, con le nostre scelte e azioni.
Sì, perché quando accogliamo la chiamata e portiamo alla luce il nuovo percorso non è più possibile rimandare. L’invito all’azione è talmente forte da mostrare i suoi effetti in primis su di noi e di conseguenza sulla realtà circostante. Questo elemento non annulla le difficoltà e le prove che abbiamo davanti, ma è il primo atto che porta a una trasformazione. Noi come novelli alchimisti – con impegno, costanza e dedizione – scegliamo di portare le nostre idee, i nostri progetti nella realtà. La visione che abbiamo avuto in origine inizia a perdere i contorni fluttuanti del sogno e acquisisce forma, materia ed energia. Perché l’obiettivo finale della chiamata può essere assimilato alla volontà di trasformare l’eroe nel profondo, spingendolo a lasciare la sua casa, ad affrontare il viaggio e a mostrare al mondo i suoi doni.
Manifestare il progetto: azione e comunicazione.
Come abbiamo visto, la chiamata ci può insegnare molto e non solo dal punto di vista narrativo e dello storytelling. Attraverso questo messaggio possiamo infatti comprendere anche aspetti che riguardano i nostri progetti, personali o professionali. Possiamo focalizzarsi sulla loro manifestazione e abbracciare pienamente le potenzialità delle nostre idee e del nostro percorso.
È così che trasformando noi stessi, intraprendendo il viaggio e dando vita al progetto, trasformiamo la realtà. È un cambio completo di focus che si riflette su ogni ambito. Perché se abbiamo consapevolezza della forza della nostra chiamata sentiamo la necessità impellente di manifestare la nostra visione, di comunicare la nostra prospettiva, di promuovere un’alternativa per farla arrivare sempre più lontano.
Passo a passo questa fase ci ricorda che il cambiamento parte da noi e che sono le nostre azioni a dare nuovo corso agli eventi. Agendo formiamo nuove possibilità e comunicandole possiamo andare incontro alle persone, mostrare loro quella possibilità. Rispondere alla chiamata è questo e molto altro. È una spinta che riesce a superare le mille paure – che tutti noi abbiamo – per entrare nel mondo e manifestare i nostri doni personali.
E tu hai già risposto alla tua chiamata? Il tuo progetto si sta manifestando? Se vuoi conoscere le potenzialità che la comunicazione e lo storytelling possono portare alla luce scrivimi! Sarò felice di analizzare con te le possibilità 🙂
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