Ognuno ha un cammino da percorrere. La strada intrapresa è già parte del processo che ci porta a forgiare il nostro destino. È da quelle scintille che abbiamo nel cuore che possiamo creare il nostro posto nel mondo. In quel luogo indefinito, ma prezioso, risiede anche la possibilità del cambiamento. Conoscere qual è la missione – e di riflesso la chiamata a cui vogliamo rispondere – ci aiuta a dare forma al sentiero che desideriamo vivere, a portare nel mondo le nostre idee e progetti.
All’inizio non era per nulla chiaro. Mi muovevo cercando di tirare le fila di quello che immaginavo potesse diventare il mio futuro. Agivo, ma ero come trasportata dagli eventi. Mi impegnavo al 100% e avvertivo comunque un’inquietudine di fondo che mi sussurrava di guardare meglio alla mia realtà, di andare oltre alla superficie delle cose.
Son dovuta cadere, sono ripartita da zero e ho tentato molte volte prima di rispondere alla mia chiamata e di intraprendere il mio viaggio. Solo quando ho accolto la mia fiamma e ho scelto di intraprendere il mio percorso con coraggio e dedizione ho infine capito. È attraverso quell’esperienza, che si ricrea ogni giorno, che posso trovare il mio posto nel mondo e vivere una vita piena di significato.
Sono stata a lungo consapevole della mia zona di comfort. Tranquilla, sicura, accogliente via via diventava sempre più una gabbia che mi toglieva respiro. Più cercavo di adattare la mia anima ai contenitori che incontravo, più mi sentivo persa. Finché ho compreso che se volevo cambiare dovevo percorrere il mio sentiero. Non quello di un altro, non quello che all’apparenza sembrava semplice e lineare, non quello che sembrava luccicante e armonioso. La mia strada, quella via che era collegata intimamente al mio motore e che desiderava mostrarsi.
Umanità, empatia e comunicazione: tre talismani per il viaggio.
Il collante di tutti gli studi, di tutte le esperienze era un insieme ben definito di universi: la comunicazione, la scrittura come relazione e come conoscenza innanzitutto di se stessi. Il desiderio di dare il mio contributo al mondo, al cambiamento che sentivo essere sempre di più un fatto personale che necessita di lavoro costante su di sé, di responsabilità e azione. La consapevolezza che tutto inizia da lì: sono io dopotutto che – scegliendo e agendo – avanzo di un minuscolo passo. Un piccolo balzo in avanti che unito alle opere degli altri diviene si propaga come un’onda e può fare la differenza.
E all’interno di quel caleidoscopio colorato di considerazioni e prove, vi erano tre stelle che piano piano si sono svelate. Nel mio sentiero rilucevano dapprima discrete, invisibili come fantasmi, ma a seguire potenti per raccontare i tesori di cui andavo in cerca. Tre guide se vogliamo che sentivo legate a me e che mi chiamavano affinché proseguissi il mio viaggio insieme a loro.
Mettersi in ascolto e scegliere di comunicare.
Ho così compreso che – nella vita e nel lavoro – ciò che il mio cuore desidera è vivere con più umanità. Riscoprire il lato umano che troppo spesso viene dimenticato o chiuso in un cassetto oscuro. Per farlo è necessaria empatia, quel percorrere la via con le scarpe degli altri che ritrovo così di frequente quando ascolto storie diverse dalla mia e cerco di riportarle su carta.
E poi lei, l’ultima gemma: la comunicazione. Non passiva o aggressiva, e nemmeno un’unione incerta delle due. E neanche subito nella sua forma collegata al puro marketing. Lei nella sua veste più completa come forma di conoscenza, di relazione, di azione e da ultimo di propagazione e cambiamento. Perché ho imparato che se non comunichi ciò che sta nel tuo cuore stai lasciando che siano gli eventi a viverti. È l’esterno a dirti cosa pensare, cosa provare, a frustrarti o a ferirti. A renderti felice o triste, ad avere potere su di te.
Creare il proprio posto nel mondo.
Comunicare invece vuol dire assumersi la responsabilità di aprirsi al mondo, di mostrare i desideri e i sogni che riempiono la nostra mente e che sono legati alla nostra soddisfazione. Non a un fatto puramente economico, quanto piuttosto a quella sensazione unica di pienezza che ti fa brillare gli occhi e che ti fa pensare di star vivendo una vita intrisa di significato. Autentica perché sei te stessa, ovvero una persona completa e di valore così come sei, nel luogo esatto in cui sei in quel momento. Non perfetta, imbrigliata o etichettata perché nessuno di noi è una macchina (e io aggiungo sempre un “per fortuna”). Semplicemente perché sei una donna viva e completa che sceglie e agisce.
Comunicare significa inoltre relazionarsi con l’altro, condividere e creare connessioni. Vuol dire creare legami profondi e dialoghi veri . E da lì crescere come persona e come business woman perché ogni incontro è un’occasione per migliorare noi stesse, per evolverci, per vivere pienamente la realtà. Attraverso i messaggi diffusi condividiamo immaginari, dubbi, conflitti, paure, desideri. Guariamo noi stesse e i rapporti a cui teniamo. Ecco perché a livello personale e professionale credo fermamente nella comunicazione autentica.
Raccontare la propria storia: vivere e condividere il cambiamento.
In questa accezione scrivere e comunicare equivale a compiere scelte, ad affermarle e ad agire. È un atto di responsabilità perché scelgo di non stare in silenzio, di non rimanere passiva di fronte a ciò che avviene o che siano solo gli altri a parlare e a creare la realtà che vivo. Prendo posizione, racconto la mia storia, agisco portando le mie idee nel mondo e in ultima analisi creo e trasformo. Come una moderna alchimista mostro la mia visione e mi avvicino giorno dopo giorno, scelta dopo scelta, azione dopo azione a quel sogno che prima era solo dentro di me. Manifesto il cambiamento e dono il mio contributo, la mia scintilla a esso. Unite, tutte le fiammelle diventano più forti e la realtà stessa cambia. Non sono più solo immagini nascoste nell’ombra, non sono più solo “vorrei tanto che fosse così, ma…”. Insieme quelle luci diventano reti da cui sgorgano nuovi mondi.
Ecco in ultima analisi il perché ho scelto di dedicarmi alla scrittura e alla comunicazione: voglio dare il mio contributo e creare il mio posto nel mondo. Voglio aiutare altri uomini e donne a portare in questa realtà le loro storie, visioni, missioni. Perché credo che solo comunicando e agendo in sinergia possiamo dare voce a prospettive diverse, al cambiamento. È da quel coro gioioso, da quella volontà di condivisione che possiamo infine creare una dimensione migliore: più umana, una realtà in cui ci sia spazio per tutte e tutti.
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