Creare contenuti che sappiano emozionare e parlare al pubblico è una risorsa strategica per il business. I benefici che si possono ottenere sono difatti molteplici e si collegano strettamente ai risultati perseguiti a livello di comunicazione di progetto. Come scrivere testi emozionali allineati al brand e al tempo stesso efficaci? Vediamo insieme alcune possibilità.
Il nostro progetto e la sua comunicazione non possono essere separati dal lato più umano della nostra realtà. Come abbiamo visto in questo articolo, la scrittura di testi emozionali ci permette di incrementare i risultati che possiamo ottenere e a cui aspiriamo.
Nella teoria è chiaro il perché creare i nostri contenuti sulla base di questo approccio che rende la nostra una comunicazione relazionale. Nella pratica però possono sorgere delle domande. Come possiamo scrivere testi che vibrino in profondità, che parlino al cuore oltre che alla mente del nostro amato pubblico?
Non esiste una ricetta magica e univoca che ci permetta di ottenere la soluzione a tutti i nostri dubbi quando vogliamo elaborare i nostri testi emozionali. Dopotutto scrivere e comunicare è una questione di sperimentazione, analisi, allenamento, ricerca, creazione e ri-elaborazione continua.
Quel che è certo è che ci sono comunque una serie di accortezze che possono aiutarci nel dare vita a questo nostro processo virtuoso. Non formule quindi quanto delle possibilità da provare, mettere in pratica, vivere con occhi e mente curiosi.
I testi emozionali: da dove partire per sperimentare.
Per scrivere testi emozionali dobbiamo innanzitutto rifarci al nostro lato umano e dunque al corpo. Noi in quanto persone siamo intrinsecamente connessi alla materia, al concreto, alla realtà che ci circonda e in cui siamo immersi. Nella vita di tutti i giorni possiamo essere abituati a focalizzarci solamente sul piano pragmatico, razionale e mentale. Questo, sebbene in determinati casi ci sia di aiuto proprio per una certa oggettività e linearità di pensiero, rischia nel lungo termine di distanziarci sempre più dal corpo. Di riflesso siamo così separati dal sentire, dalle emozioni.
Creare contenuti che sappiano emozionare vuol dire allora recuperare e sviluppare quel legame attraverso l’intreccio di parole e sensi. Ricolleghiamoci alla vista, all’udito, all’olfatto, al gusto, al tatto. Ognuno di questi porta in dono tesori preziosi per la nostra scrittura. Approfondiamo e risvegliamo la connessione grazie alla scelta attenta degli elementi che inseriamo nei nostri scritti. È così che possiamo iniziare a sperimentare con la creazione di testi emozionali.
Scegliamo con cura le parole. Ne esistono infatti alcune che più di altre fanno brillare a livello consapevole o meno la sensorialità innata in ciascuno di noi. A questo poi possiamo unire l’impiego delle metafore e delle similitudini. L’obiettivo in tutti questi casi è comunque la creazione nella mente e nel cuore di chi ci legge di immagini. Sono queste ultime ad accendere le connessioni sotterranee, a far cogliere in modo intuitivo e a imprimere in profondità. Le immagini possono quindi trasformarsi in ancore e in leve potenti.
Creare e comunicare: il ponte è vivere l’esperienza concreta.
Una possibilità che guida e orienta quando scriviamo o comunichiamo è collegata al sentire umano. Ognuno di noi a ben vedere vive di esperienze concrete. Ecco allora che per scrivere testi emozionali e coltivare quel legame speciale con il pubblico dobbiamo passare da quel sentiero. Dobbiamo essere in grado di creare e condividere non un singolo dato o un fatto isolato, ma un’esperienza relazionale e cognitiva. È quello che ognuno di noi ricerca senza magari esserne neanche del tutto consapevole.
Se analizziamo anche vestendo i panni dell’utente e del lettore, scopriamo che di frequente ciò che ci ha colpito e che abbiamo apprezzato non è il prodotto in sé o comunque non solamente l’oggetto o il contenuto. Il vero dono che ricordiamo, a cui torniamo, è l’esperienza che abbiamo vissuto e che abbiamo in qualche modo condiviso in maniera concreta o immaginata.
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I ricordi e quel giardino comune in cui entrare in connessione
In questo senso perciò torna utile trovare e mostrare il gancio con un ricordo. Raccontare una storia che possa creare un terreno comune fatto di sensazioni, emozioni, immagini, connessioni concrete o immaginifiche. La narrazione diviene un ponte attraverso cui il nostro universo personale entra in relazione con altri universi, delle persone e della collettività.
Di volta in volta possiamo scegliere se stimolare, ispirare, intrattenere, informare o tutto questi elementi insieme. Evochiamo e portiamo alla luce legami nascosti, invisibili e luminosi al tempo stesso. Sempre dando spazio al desiderio di entrare in dialogo e in relazione con le persone. Da questo punto di vista il narrare, lo storytelling e il linguaggio stesso sono strumenti efficaci e flessibili. Non gabbie, ma trampolini di lancio che ci aiutano a creare una comunicazione autentica e umana.
Il primo passo per costruire una relazione empatica con chi ci legge o ci ascolta. Un risultato che diventa reale anche grazie all’attenzione verso i contenuti che andremo a proporre. Testi pieni del sentire che è nostro e universale insieme. E che approcciamo con la cura del setaccio, il focus della lente di ingrandimento, l’empatia del camminare con le scarpe altrui.
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