La scrittura e l’spirazione hanno bisogno di abbracciare l’unicità di chi scrive per potersi espandere. Troppo spesso però siamo così assorbiti dallo stress, dall’ansia da prestazione, dal confronto continuo con gli altri che ci dimentichiamo quali sono le nostre chiavi più preziose. Riconoscere le nostre onde uniche allora è uno dei primi passi per poter creare in modo autentico a partire dal nostro centro. Qui proviamo a invertire la rotta con un esercizio creativo che ho chiamato onda-ampolla.
Ricordare chi siamo e il nostro valore, i nostri talenti, i nostri doni è un punto fondamentale per poter creare. Che si tratti di un articolo, un libro, della nostra comunicazione o del nostro prodotto cambia poco. Se non abbracciamo e non riconosciamo le nostre unicità è quantomeno complicato riuscire a dare espressione ai desideri del nostro cuore e dare vita a un oggetto o a un contenuto che risuoni in profondità.
L’ispirazione, e di riflesso la scrittura o la creazione, per essere autentica deve legarsi a filo doppio con la nostra fiamma. È la conoscenza e la comunione con ciò che ci accende, con quei desideri e bisogni profondi, che ci porta alla fase successiva del progetto. Muoversi allineandosi a quel sentire ci fa andare oltre: ci spinge a impegnarci, ad agire e a proseguire perseverando quando tutto è difficile.
Per ricordarci di questa connessione speciale allora possiamo affidarci a un esercizio creativo che ho chiamato onda-ampolla. L’idea mi è venuta partendo dal “barattolo della felicità”, un progetto che ha creato anni fa Elizabeth Gilbert.
La tua ampolla, le tue onde: cogliere l’essenza.
Qual è lo spunto alla base di questo esercizio creativo? L’idea è quella di raccogliere in un unico, piccolo, spazio gli elementi che ci rappresentano o a cui diamo valore della nostra persona. Uno stimolo visivo per ricordarci i nostri doni, le qualità su cui possiamo fare affidamento, le esperienze che ci hanno insegnato un qualcosa di importante. Come possiamo fare allora? È semplice: prendiamo un barattolo, una scatola che ci piace, un album o un diario. Possiamo abbellirlo e personalizzarlo come meglio crediamo dopotutto sarà il forziere che conterrà parte del nostro lato più luminoso. Abbiamo perciò la massima libertà di espressione.
Una volta predisposto il contenitore, iniziamo a raccogliere tutto ciò che attira la nostra attenzione e il nostro cuore. Le possibilità sono le più diverse perché molto dipende da cosa troviamo rappresentativo per noi. Potremmo inserire alcuni bigliettini con i nostri pregi sia fisici che emotivi o mentali, potremmo conservare piccoli oggetti che ci riportano a un evento che ci ha permesso di crescere a livello personale o professionale. O ancora potremmo voler disegnare o inserire un’immagine che rappresenta per noi un valore che ci ispira. Una foto di un momento o delle persone che amiamo e che ci sostengono. Le nostre radici, le nostre ali, un nostro successo ottenuto dopo un lungo percorso o una nostra caduta da cui poi è scaturita la nostra rinascita. Un fiore o una foglia essiccata, una pietra, una conchiglia che richiama un concetto o un ricordo a noi caro. Una pagina di un racconto che abbiamo scritto tempo fa, una lettera a noi stessi o a qualcuno che amiamo, lo schizzo di un progetto o di un sogno che ci sta a cuore.
Insomma, come dicevo, abbiamo la libertà di creare quindi l’unico limite è quello che ci detta la nostra fantasia. A questo proposito, non abbiamo neanche limiti temporali da rispettare per questo esercizio creativo. Possiamo iniziare con pochi oggetti, con un solo post-it per poi aggiungere volta dopo volta altri tasselli.
L’esercizio creativo come simbolo concreto.
Quando sentiremo conclusa almeno una prima parte della nostra onda-ampolla possiamo allora riporla in un luogo segreto e sicuro. Per esempio l’armadio della nostra camera, un cassetto del nostro comodino o della scrivania. Ogni qual volta ci sentiremo in difficoltà, senza ispirazione, senza motivazione o metteremo in dubbio il nostro valore prenderemo nuovamente in mano questo forziere. Ci ritaglieremo un momento per assaporare nuovamente quell’insieme variegato di ricordi, emozioni, qualità, simboli, eventi e incontri. Rivivremo e celebreremo la forza, la bellezza, la speranza e l’unicità che fa di noi la persona che siamo oggi nel momento presente. E se vorremo aggiungeremo altre chiavi di lettura, altri doni proseguendo e rafforzando questa nostra pratica creativa.
Un’alternativa a questa formula possiamo rintracciarla unendo uno strumento online, nello specifico Pinterest. In questo caso – anziché con un barattolo o una scatola – possiamo iniziare il processo attraverso la creazione di una bacheca dedicata. Esiste un ma importante. La mente a volte ha bisogno di gesti concreti per entrare più in confidenza con l’ispirazione e abbracciare il cambiamento. Ecco perché, pur partendo dal digitale, è essenziale poi passare al mondo fisico creando un qualcosa di reale.
Per la forma possiamo scegliere o lasciarci ispirare dalle possibilità più diverse, basta che ci convinca. Quello che non possiamo invece tralasciare è la creazione di un simbolo concreto. È un piccolo atto che però ha un grande potere perché anche a posteriori possiamo toccare con mano, vedere e percepire il “peso” del nostro esercizio creativo. Uno dei primi passi, delle prime scelte che portiamo nel nostro mondo per iniziare ad agire e trasformare innanzitutto noi stessi.
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